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Sono 29.158 gli italiani in "paradiso", quelli che hanno scelto di portare la propria residenza in un Paese a fiscalità privilegiata. È quanto risulta dalla lista stilata dall'Agenzia delle Entrate (in base agli ultimi dati dell'Aire, anagrafe degli italiani all'estero) che, contemporaneamente al varo dello Scudo fiscale, ha intensificato la propria attività di lotta all'evasione contro le false residenze all'estero.

Un italiano su quattro, tra coloro che hanno scelto di risiedere in un paradiso fiscale, è originario dell'Emilia Romagna. La regione conta il maggior numero di "emigranti" verso Paesi a fiscalità privilegiata, grazie alla vicinanza di San Marino, dove 6.263 emiliani hanno dichiarato di risiedere, e distacca con un certo margine la Lombardia e il Lazio, rispettivamente con 4.243

l'assedio di Tremonti al forziere svizzero

La trattativa Scudo e aliquote,

Il caso del gettito mancante: Berna si ribella

"Vogliono solo coprire i "buchi" di bilancio"

di Bianca Di Giovannitutti gli articoli dell'autore

2009-10-18

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Il Mio Pensiero:

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2009-10-18

CORRIERE della SERA

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2009-10-19

La trattativa

Scudo e aliquote, l'assedio

di Tremonti al forziere svizzero

Il caso del gettito mancante: Berna si ribella

NOTIZIE CORRELATE

La Lega ticinese ora si appella a Bossi (19 ottobre 2009)

Giulio Tremonti (Cesareo)

Giulio Tremonti (Cesareo)

ROMA — I politici locali sollecitano ritorsioni sul transito dei Tir, minacciano di non restituire le tasse pagate dai nostri transfrontalieri in Svizzera. L'Associazione Bancaria Ticinese, nel frattempo, compra spazi pubblicitari sui quotidiani italiani per spiegare che "il segreto bancario in Svizzera esiste ancora". Da quando è scattato lo scudo fiscale per il rimpatrio dei capitali, la mobilitazione è generale. La campagna di stampa "è finanziata anche dal Consiglio di Stato del Ticino con i fondi del decreto anticrisi, anche se non appare", ha candidamente rivelato in tv il presidente dell'Abi ticinese, Claudio Generali, preoccupato, ma convinto sia meglio non dar segnali troppo evidenti di nervosismo.

I clienti italiani appaiono già abbastanza impensieriti. "Da ottobre c'è stata un'impennata delle richieste di rimpatrio" dice il direttore dell'Abt, Franco Citterio, accusando la disinformazione. La campagna pubblicitaria proseguirà, per dire che la Svizzera non è più un "paradiso fiscale della lista nera Ocse" e che sarà possibile il semplice rimpatrio giuridico dei capitali in Italia. A Lugano lo chiamano "il rimpallo", e ci sperano molto: i soldi restano in Svizzera. L'Agenzia delle Entrate, a Roma, dice che si può, ma che le tasse poi dovranno essere pagate in Italia. Lo scudo fiscale, non solo quello italiano, rischia di far male. E il segreto bancario, checché ne dicano i banchieri elvetici, vacilla sotto i colpi dell'Ocse e del G20, non solo in Svizzera. Domani i ministri delle Finanze europei discuteranno del nuovo accordo con il Liechtenstein, ormai pronto a togliere il velo sui patrimoni stranieri ed accettare l'assistenza amministrativa con gli Stati Ue in campo fiscale. Loro insistono perché il principio valga solo d'ora in avanti. Ma molti Paesi come l'Italia non sono d'accordo, perché la clausola, contraria agli standard Ocse, pregiudicherebbe tutte le indagini fiscali in corso. Quello con il Liechtenstein è un accordo importante, perché è il primo e sarà il modello per tutti gli altri che la Ue negozierà sulla scia delle determinazioni del G20. La Svizzera segue con preoccupazione. Nel 2003, piuttosto che indebolire il segreto bancario accettando lo scambio di informazioni con i Paesi europei, scelse (come Austria e Lussemburgo) di applicare un'imposta del 20% sui redditi dei non residenti, retrocedendo il gettito ai Paesi di origine degli investitori. Che tuttavia, di soldi, ne vedono ben pochi. In Italia l'anno scorso sono arrivati appena 89 milioni di euro, come dire che in Svizzera ci sarebbero una trentina di miliardi "italiani".

Troppo pochi secondo il governo, che ha scritto a Berna una lettera ufficiale lamentando l'aggiramento dell'euroritenuta "con pratiche elusive". Il gioco è semplice, basta intestare i capitali a una società non europea. "In Svizzera ci sono più società panamensi che a Panama" ripete spesso, non a caso, Tremonti. "Per salvare il segreto dobbiamo ripensare la ritenuta" sostiene Alfredo Gysi, presidente dell'Associazione svizzera delle Banche estere, appoggiato dai banchieri privati. "Tassiamo quei redditi con l'aliquota dei Paesi d'origine", propongono i banchieri. Anche se il "Piano Rubik", come l'hanno ribattezzato, non piace affatto ai ministri Ue. E si capisce: dal 2011 gli accordi europei prevedono che l'euroritenuta salga dal 20% al 35%. Un po' troppo per conservare l'appetibilità del conto in Svizzera. Sempreché nel 2011 il segreto bancario esista ancora.

Mario Sensini

19 ottobre 2009

 

 

 

 

La Lega ticinese ora si appella a Bossi

Lettera aperta sullo scudo: Senatur, intervieni. Ma il Carroccio: indietro non si torna

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NOTIZIE CORRELATE

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Scudo e aliquote, l'assedio

di Tremonti al forziere svizzero (19 ottobre 2009)

Umberto Bossi e il leader della Lega ticinese Giuliano Bignasca

Umberto Bossi e il leader della Lega ticinese Giuliano Bignasca

MILANO — Solo la fratellanza leghista potrà riuscire a sventare una guerra (metaforicamente parlando, ci mancherebbe) tra Canton Ticino e Lombardia: Giuliano Bignasca, leader della Lega dei ticinesi, ha scritto ieri una lettera aperta a Umberto Bossi chiedendogli di intervenire e bloccare l'entrata in vigore dello scudo fiscale, misura contro la quale sta montando il malcontento a Lugano e dintorni. Se ciò non avverrà, i ticinesi annunciano ritorsioni contro i "fratelli padani" che ogni giorno si recano a lavorare in Svizzera. Bignasca e il suo partito già a luglio avevano rotto il bon ton diplomatico invocando contromisure allo scudo fiscale. Il coro anti-italiano adesso si è però infoltito al punto che nei prossimi giorni il Gran Consiglio (cioè il parlamento) del Canton Ticino voterà una risoluzione sottoscritta oltre che dai leghisti anche dai liberali e dal partito democratico: in essa si chiede di non versare più all'Italia la quota di tasse pagata in Svizzera dai lavoratori frontalieri. Il caso politico dunque è deflagrato e chiama in causa le istituzioni italiane ai più alti livelli. "Caro senatur, adesso tocca a te!" è il titolo che campeggiava ieri sulla prima pagina del "Mattino della domenica", il giornale della Lega Ticinese.

L'appello gioca di acceleratore e freno: "Al nostro ultimo incontro - scrive Bignasca rivolgendosi a Bossi - mi ripetesti come dello scudo fiscale non ti interessasse molto... Oggi il Ticino è in pericolo: il nostro cantone si trova sotto la pressione della campagna mediatica montata da Tremonti e ci troviamo con i confini monitorati dalle telecamere manco fossimo uno stato balcanico!". Ed ecco arrivare il primo avvertimento: "Dovessimo sottoporre alle medesima vigilanza i 50 mila frontalieri che entrano ogni giorno in Ticino, i blocchi sarebbero quotidiani. Il Cantone riversa poi ai comuni di frontiera (in gran parte amministrati dalla Lega Nord) il 40% delle imposte prelevate ai frontalieri. Questa situazione potrebbe interrompersi". E poi la conclusione: "Caro Umberto, il Ticino ti ha sempre aiutato, è arrivato il tuo momento". Lega contro Lega, insomma ma dall'Italia i primi segnali di risposta non sembrano dare retta al richiamo del sangue (quello politico, almeno): "Dal punto di vista economico e politico la partita dello scudo fiscale è chiusa. Indietro non si torna" commenta perentorio Massimo Garavaglia, senatore leghista e vicepresidente della commissione bilancio. "Mi dispiace per gli amici ticinesi - prosegue il parlamentare milanese del Carroccio - ma la situazione complessiva sta cambiando, il segreto bancario si sta erodendo e i risparmiatori italiani non portavano certo i loro soldi in Svizzera perché le commissioni sui bonifici costano meno". E le paventate ritorsioni? "Pazienza - conclude Garavaglia - se qualche lavoratore italiano perderà il posto in Svizzera vedremo di ricollocarlo da noi".

Claudio Del Frate

19 ottobre 2009

REPUBBLICA

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2009-10-18

 

 

L'UNITA'

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2009-10-19

"Vogliono solo coprire i "buchi" di bilancio"

di Bianca Di Giovannitutti gli articoli dell'autore

Ho già detto e non voglio ripetermi: lo scudo favorisce l’evasione e il riciclaggio. Detto e scritto". Vincenzo Visco non retrocede: sull’ultima sanatario hanno ragione sia Mario Draghi ("favorisce l’evasione"), sia Antonio Mancino ("rientreranno i capitali mafiosi"). Il ministro Giulio Tremonti obietta che, una volta rientrati, quei contribuenti saranno costretti a pagare in futuro. meglio che se restassero nei loro "paradisi ".

Cosa obietta a questo?

"Non obietto. Faccio solo osservare che quelle persone hanno evaso almeno il 50% del valore che hanno portato fuori, perché in tutti questi anni non hanno pagato tasse. Quindi il regalo c’è eccome".

Quale altra strada ci sarebbe?

"Quella seguita da americani e inglesi: che lo Stato sia tanto forte da spingere queste persone ad autodenunciarsi e a pagare tutte le tasse, in cambio di uno sconto. Èuna cosa discutibile, ma che la gente può accettare. Ma da noi l’effetto è nullo: non c’è deterrenza. Queste persone calcoleranno a tavolino se conviene o no, e poi decideranno".

Eppure si stanno passando al setaccio i residenti all’estero.

"Sì, si fa molta propaganda su questo. Quelle persone non sono tutti evasori. Molti stanno fuori per lavoro, o scelgono l’estero perché ci sono regimi di favore".

L’agenzia delle Entrate annuncia una operazione al giorno.

"L’Agenzia delle entrate sta cercando di indurre la gente a riportare i soldi in Italia, perché c’è un "buco" di gettito molto forte, che quest’anno si potrebbe colmare con questi fantomatici 5 miliardi, che arriveranno se ne rientrano 100. Stanno facendo uno sforzo massiccio su questo".

La Svizzera è irritata. Significa che lo scudo li disturba parecchio.

"Suppongo di sì. Anche l’altra volta ci furono polemiche con la Svizzera. Ma il punto non è questo. Anche se i capitali rientrano, poi potranno sempre essere reimpiegati in Svizzera, se le banche svizzere si attrezzeranno a gestire meglio questi pacchetti. Naturalmente a quel punto sarà tutto alla luce del sole".

L’allarme di Mancino sui capitali mafiosi è realistico?

"Certo, è già successo anche l’altra volta. Sul provvedimento si aspetta ancora il giudizio dell’ue sull’Iva e sul riciclaggio, una materia su cui ci sono delle direttive che non vengono rispettate. Già l’altra volta la sanatoria Iva è stata ritenuta irregolare. Questa volta bisogna ancora aspettare il verdetto di Bruxelles. È chiaro che sul provvedimento pendono delle incertezze".

La direttiva sul riciclaggio non viene rispettata?

"Chiaramente no, perché prevede l’obbligo di segnalazione, invece in questo caso è tutto coperto da segreto ".

Stavolta lo scudo è stato esteso anche alle società..

"Anche l’altra volta. Tutte queste operazioni si fanno attraverso canali di tipo societario: sia che si tratti di evasione, che di riciclaggio. I casi di quelli che si mettono le banconote in valigia e attraversano il confine sono sempre meno".

Il gettito di questo condono, che termina il 15 dicembre, andrà tutto iscritto nel bilancio 2009?

"Certo, è stato fatto apposta. Certo, è facile prevedere che si faranno delle proroghe, nel caso ci siano molti ritardataria. ma per ora i termini sono quelli".

Potranno essere usati per la Finanziaria 2010? Il ministro ha rinviato tutte le spese all’esito della sanatoria.

"A me sembra una pia illusione. Tutto è stato rinviato chissà a quando. Anche perché questa eè una una tantum".

19 ottobre 2009

il SOLE 24 ORE

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2009-10-18

Entrate: sono 29mila gli italiani

residenti nei paradisi fiscali

17 ottobre 2009

Bankitalia: dallo scudo fiscale effetti negativi sulle imposte

Vai allo speciale Scudo Fiscale

I documenti per lo scudo fiscale

Sono 29.158 gli italiani in "paradiso", quelli che hanno scelto di portare la propria residenza in un Paese a fiscalità privilegiata. È quanto risulta dalla lista stilata dall'Agenzia delle Entrate (in base agli ultimi dati dell'Aire, anagrafe degli italiani all'estero) che, contemporaneamente al varo dello Scudo fiscale, ha intensificato la propria attività di lotta all'evasione contro le false residenze all'estero.

Un italiano su quattro, tra coloro che hanno scelto di risiedere in un paradiso fiscale, è originario dell'Emilia Romagna. La regione conta il maggior numero di "emigranti" verso Paesi a fiscalità privilegiata, grazie alla vicinanza di San Marino, dove 6.263 emiliani hanno dichiarato di risiedere, e distacca con un certo margine la Lombardia e il Lazio, rispettivamente con 4.243 e 2.934 cittadini residenti in paradisi esteri. La "classifica" vede poi la Liguria e il Piemonte sopra la soglia dei 2.000 residenti all'estero. Una massiccia presenza in paradisi fiscali è anche quella dei marchigiani: ben 1.518, la maggior parte a San Marino, che piazza la regione al sesto posto, un soffio dopo il Veneto (1.659) e la Campania.

San Marino è il paradiso fiscale preferito dagli italiani. Sono oltre 8.490 i residenti nella repubblica, seguita dal Principato di Monaco (4.648). Ma non manca chi sceglie residenze lontane, come i due italiani "cittadini" dell'atollo di Niue del Pacifico, o i 29 che hanno portato il proprio indirizzo nelle isole Cayman, nel mar delle Antille, vicino a Cuba.

17 ottobre 2009

 

 

 

 

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